domenica 23 agosto 2009

Rahla

Il deserto, il viaggio.
Mi allontano dal conosciuto avvicinandomi, inoltrandomi in me stessa.
Non nell'infinito di una siepe ma disegnati dai miei occhi, eccoli sorgere interminati spazi e sovraumani silenzi. Il deserto. L'immensità ocra, il caldo elle rocce e della sabbia sotto i piedi nudi, l'afa, l'umanità immobile, l'esistenza come miraggio.
Ammiro il divino.
Qualche passo, un sentiero tra la pietra ed ecco Dio farsi ancora in Terra, carne, materia, natura. Acqua. L'acqua ad allietare i nostri corpi che in essa si immergono, la rinascita dello spirito dal corpo, il battesimo, la purificazione. L'unione.
E mi vengo a cercare. Il viaggio come liberazione. Mi libero dal conosciuto della mia casa, dalla ripetizione di giorni alienati e nell'ignoto, nel perdermi in esso, mi ritrovo. D'improvviso l'ignoto sono io.
Cittadina del mondo, nella dimora del mio corpo...

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