lunedì 29 marzo 2010

Identità e pizzica

Identità. Qual è l’identità del termine identità?

Non è per mettermi qui a giocare con le parole.

Amin Maalouf, nel saggio L’identità, scrive: “Nell’era della mondializzazione, con la mescolanza accelerata, vertiginosa che ci coinvolge tutti, si impone una nuova concezione dell’identità e d’urgenza!” e ancora “Non possiamo limitarci a imporre ai miliardi di esseri umani smarriti la scelta fra l’affermazione ad oltranza della loro identità e la perdita di ogni identità, fra l’integralismo e la disgregazione”.

Identità nazionale, identità politica, identità religiosa e quant’altro. Palestina vs Israele, destra vs sinistra, musulmani vs cristiani, perché no, romanisti vs laziali. Giochiamo a fare il tifo, poiché di tifo si tratta.

Nel momento dell’incontro con l’altro, lo sappiamo, il sé si sente minacciato; l’abbiamo accennato: il diverso destabilizza. E’ di fronte al diverso da sé che ci si chiede “chi sono?”. Quando poi l’incontro con l’altro ha a che vedere con un altro che è il “giusto” contro un “non-giusto” che di conseguenza corrisponde alla propria appartenenza, allora si ha a che fare con uno scontro di culture, religioni, nazioni.

Poi mi chiedo cosa c’entri la mia –ipotetica- “italianità” con la mia -non ipotetica- identità. Oppure la mia -ancor più ipotetica- “cristianità”. Ed “europeità”.

Probabimente il concetto di identità non può più essere considerato come un concetto statico, immobile, identico. Dico “più” perchè credo che in principio il termine sia stato l’indicatore di quel sentimento di appartenenza ad un noi comune, conduttore di quei nazionalismi e patriottismi che hanno dato forma al mondo come lo vediamo oggi, un noi che aveva qualcosa a che fare più con la libertà e la separazione da, che con qualsiasi altra idea di condivisione.

E’ solo per la presa o la ri-presa del potere che si sono sempre rivendicate le proprie appartenenze sotto un denominatore comune detto identità che, a seconda delle esigenze, unisce o allontana gruppi di persone, popoli o nazioni.

Ma oggi che tutto si globalizza, nel bene e nel male, l’identità vive una forte contraddizione a livello concettuale. Da una parte l’idea di identità riporta ad un senso di “condivisione di” regole, valori, fede, tradizioni, “con” il proprio gruppo d’appartenenza. Dall’altro, questo gruppo d’appartenenza è sempre più disgregato, invisibile e, talvolta, ormai lontano. Lontano non solo dal punto di vista geografico, quanto lontano dal senso interiore di appartenenza. L’interiorizzazione di valori nuovi, occidentali viene da dire, è nient’altro che un processo evolutivo del singolo individuo. L’individuo conosce e evolve, cambia e non è più lo stesso. E non parlo di individuo evoluto vs individuo selvaggio, sottolineo per evitare malintesi!

Maalouf parla ancora di un'identità "verticale", quella dell'appartenenza "di sangue", e di una identità "orizzontale", inerente ai valori che si condividono con i propri contemporanei e spesso più vicina al proprio sé della prima...

A Torino, durante il Festival dell’oralità popolare, ho assaggiato diversi esempi di mescolanze e altrettanti esempi di autenticità. L’autenticità. Questo termine è pericolosissimo prima che meraviglioso. L’autenticità è molto spesso un ritorno, se non al passato, a una certa forma di originalità. Meravigliosa da scoprire, come nel caso del festival, ma è necessario fare attenzione ai fanatismi... Le centinaia di persone che, in P.zza San Carlo ballavano “non si sa bene cosa” dice il Prof. Apolito “ma faccio il tifo per loro”, erano convinti di muoversi a tempo di pizzica, una pizzica suonata nella maggior parte dei casi da musicisti piemontesi, impoverita, delocalizzata, destrutturata, ma che faceva ballare. Davanti all’autentico, invece, la folla osserva, ammira, è spettatrice. L’autentico è statico, monumentale e identico. Tu, non io. E la folla non balla. Poi il curioso va’ ad intaccare l’autentico e crea mescolanze e tutti ballano e magari è una pizzica che ad alcuni “fa venire da vomitare” ma fa anche sì che un egiziano in djallaba si metta a saltellare divertito.


Un’Identità mobile è valida per la realtà contemporanea, un’identità individuale in continuo divenire.


“Traditore è colui che cambia agli occhi di coloro che non possono cambiare e non cambierebbero mai e odiano cambiare e NON LO CONCEPISCONO, a parte il fatto che vogliono continuamente cambiare te”. Amos Oz, Contro il Fanatismo.